Schermi prima dei due anni: quali sono gli effetti sui piccoli?

Negli ultimi anni è giustamente aumentata la preoccupazione riguardo all’esposizione ai dispositivi digitali (tablet, smartphone, TV, computer) nei bambini molto piccoli, e in particolare nei bambini sotto i 2 anni. Le linee guida di enti internazionali come la World Health Organization (WHO) e la American Academy of Pediatrics (AAP) raccomandano di evitare completamente l’uso dello schermo prima dei 2 anni, o quantomeno limitarlo al minimo possibile.

Ecco una panoramica dei principali effetti conosciuti, supportati dalle ricerche attuali.

1. Ritardi nello sviluppo del linguaggio e della comunicazione

Diversi studi hanno rilevato che un uso elevato di schermi nei bambini molto piccoli può essere associato a ritardi nello sviluppo del linguaggio. Per esempio, uno studio giapponese su circa 57.980 bambini ha mostrato che un maggiore tempo di visione di TV/DVD all’età di 1-2 anni era associato a punteggi più bassi in test di sviluppo all’età di 2-3 anni.
Un’altra fonte afferma che “per ogni 30 minuti in più al giorno di tempo con dispositivi portatili, il rischio di ritardo espressivo nel linguaggio aumentava del 49%”.
Il meccanismo ipotizzato è che i bambini piccoli imparano attraverso l’interazione sociale  come guardare volti, ascoltare voci, rispondere a segnali  e che lo schermo di per sé non offre lo stesso livello di stimolo e di interazione che offre un adulto.

2. Compromissione dello sviluppo cognitivo e di abilità generali

Oltre al linguaggio, sono state segnalate associazioni tra uso precoce dello schermo e performance inferiori in domini cognitivi più ampi. Per esempio, lo studio giapponese citato ha rilevato associazioni negative nei punteggi globali di sviluppo.
In uno studio canadese su bambini dell’età prescolare è emerso che più di un’ora al giorno di schermo era associato a vulnerabilità nello sviluppo fisico, cognitivo, sociale ed emotivo, indipendentemente da altre abitudini come il sonno o l’attività fisica.

3. Problemi comportamentali e di attenzione

Un’altra linea di evidenza riguarda possibili effetti sul comportamento e sull’attenzione. Uno studio condotto in Cina su bambini di età 0-3 anni ha mostrato che l’esposizione allo schermo superiore a un’ora e mezza al giorno era associata a un aumento del rischio di comportamenti iperattivi.
Inoltre, l’esposizione prolungata agli schermi nei primi anni potrebbe compromettere la capacità di autoregolazione, concentrazione e controllo degli impulsi: attività fondamentali che si sviluppano proprio in questa fascia d’età.

4. Riduzione del tempo per interazione e gioco “vero”

Un aspetto spesso sottolineato è quello della qualità del tempo: i bambini piccoli imparano tantissimo attraverso il gioco libero, l’esplorazione, l’interazione faccia-a-faccia con gli adulti e altri bambini. Se una parte significativa del loro tempo viene dedicata allo schermo, queste opportunità possono ridursi.
La presenza dello schermo durante momenti come i pasti o le routine quotidiane può ridurre le interazioni verbali e non verbali, che sono fondamentali per lo sviluppo sociale e comunicativo.

Va però sottolineato che gran parte delle evidenze sono associative e che è complesso stabilire un rapporto di causalità netto: i bambini con ritardi o difficoltà potrebbero essere quelli esposti più a lungo agli schermi, per esempio. Lo studio giapponese ha evidenziato anche un’associazione inversa: punteggi più bassi di sviluppo anticipavano maggiore uso dello schermo.
Inoltre, il contesto familiare, il livello socioeconomico, la qualità dell’interazione con i genitori e l’ambiente complessivo giocano un ruolo rilevante insieme al tempo di esposizione agli schermi.

Ll’uso degli schermi nei bambini sotto i 2 anni d’età rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo linguistico, cognitivo e comportamentale, soprattutto se l’esposizione è prolungata, non accompagnata e sostituisce interazioni e gioco reali.
Quello che possiamo suggerire è di :

Seguire le raccomandazioni: evitare o limitare fortemente l’esposizione agli schermi nei bambini sotto i 2 anni, favorire l’interazione diretta adulto-bambino: leggere insieme, parlare, giocare senza schermo.

  • Quando l’uso dello schermo è inevitabile (per esempio video-chiamate con familiari lontani), assicurarsi che sia breve, supervisato da un adulto e non sostitutivo delle interazioni reali.
  • Creare delle “zone libere da schermo”: durante i pasti, prima del sonno, nei momenti di gioco libero.
  • Monitorare non solo la quantità, ma anche la qualità del tempo trascorso dal bambino: gioco, movimento, contatto umano.

Nel contesto medico-pedagogico occorre promuovere campagne informative e supportare i genitori nel gestire l’uso dei media fin dai primi anni di vita, valorizzando la comunicazione, il gioco e l’interazione come il vero “ambiente di apprendimento” primario del bambino.
Ricordiamo che il cervello nei primi due anni è estremamente plastico e sensibile agli stimoli: ogni momento di interazione conta.

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