I nostri bimbi piccoli, in genere socievoli e sorridenti con tutti, improvvisamente sembrano cambiare ed iniziano ad avere una grande paura degli sconosciuti, con cui prima interagivano senza problemi. Che sta succedendo?
Bambini e paura degli estranei: un meccanismo antichissimo
La paura delle persone sconosciute è una delle più comuni, normali e antiche: nel senso che si tratta di una paura atavica, presente come meccanismo di difesa, come il ritirare la mano da qualcosa che ci sta scottando. Ad uno certo momento dello sviluppo, il nostro bimbo inizia ad essere diffidente e a non voler lasciare le braccia di mamma e papà per essere accolto da altri. In genere questa situazione raggiunge il suo picco intorno ai 15 mesi ed è legata anche alla paura di essere separato dai genitori.
Questa paura è preziosa: ha permesso alla nostra specie di evolversi e sopravvivere! A volte però certe situazioni sono vissute con imbarazzo dai genitori, che vedono il figlio urlare di terrore quando magari la zia meno conosciuta tenta di prenderlo in braccio. In realtà questo è un momento fondamentale di crescita dal momento che la paura degli estranei è il risultato di molte competenze che ha acquisito e raffinato: ha iniziato a muoversi in maniera indipendente, a distinguere tra sé e il mondo esterno; ha imparato a riconoscere i familiari e comprende che una persona continua a esistere anche quando si allontana dal suo campo visivo (ecco perché vuole trattenerla a sé); sa riconoscere le reazioni emotive dell’altro; mostra chiaramente cosa vuole e tanto altro.
Attaccamento e ansia da separazione
Se un bambino ha stabilito un legame solido con i genitori, si sentirà più sicuro anche nei confronti degli altri. Se invece l’attaccamento è debole, sarà molto più probabile il verificarsi dell’ansia da separazione. La paura è influenzata anche dalle caratteristiche della persona estranea e dai suoi comportamenti. I bambini hanno, ad esempio, meno paura degli altri bambini e più paura degli adulti. In generale gli estranei, se sorridenti e amichevoli, suscitano sicuramente meno timore rispetto a quando sono seri.
È comunque l’espressione facciale materna a influenzare il modo in cui il bambino si rapporterà con gli estranei: se la mamma è felice, arrabbiata o impaurita nell’incontrare uno sconosciuto il bambino vivrà la relazione di conseguenza.
Ricordiamo che è fondamentale non obbligare il bambino a scambi ed effusioni a lui non gradite, rispettare i suoi tempi e dare il buon esempio: se noi siamo i primi a rifuggire il contatto col prossimo non possiamo pretendere che lui sia socievole e spigliato con tutti.