I bambini tendono ad ammalarsi all’arrivo dell’inverno e questo accade varie volte nell’arco di una stagione. Al di là di situazioni più importanti, che il pediatra può identificare e sui quali interviene, la maggior parte delle volte si tratta di situazioni normali che stimolano il sistema immunitario e lo allenano.
Ma come differenziare una malattia di stagione dall’altra?
Se c’è la febbre, la colpa in genere è dei microorganismi esterni, come virus o batteri, che infettano il corpo, passando magari per le goccioline di saliva che escono quando si sternutisce, si respira o si parla. Esse possono arrivare ad una distanza di due metri con un colpo di tosse e restare sospese nell’aria per molto tempo. Tutto questo succede quando i bimbi stanno al chiuso e possono infettarsi anche col passaggio di giochi o oggetti tra di loro.
L’aria aperta è molto meglio di quella chiusa: e il freddo non fa venire la bronchite! Invece un luogo chiuso, con un riscaldamento acceso che secca le mucose e le fa diventare più fragili è senza dubbio più a rischio.
Evviva il sole, disinfettante naturale
Aria aperta e luce solare: una combinazione all’insegna della salute! Il sole è uno straordinario disinfettante naturale, in grado di uccidere germi e virus. E il freddo non fa male, anzi evita che certi mircoorganismi proliferino. Le malattie più gravi, infatti, sono diffuse nelle zone del mondo più calde. Non è solo una questione di benessere economico. E quindi perché ci si ammala di più col freddo? Perché chiudiamo i bambini in casa, perché le classi sono sovraffollate e perché spesso (anche in barba alle norme covid) alcuni genitori mandano i figli a scuola in uno stato di salute non perfetto.
Nelle aule scolastiche è consigliabile un frequente ricambio d’aria pure in inverno. Un golfetto o una giacca a vento possono essere utili. È importante ricordare che la febbre non è una malattia, ma anche che non avere la febbre non fa del bambino un piccolo in salute (pensiamo ad un virus intestinale). La febbre è solo un sintomo non è la malattia e non è nemmeno il sintomo più importante.
Il pediatra chiede sempre ad una madre che lo interpella per il suo bambino febbrile qual è lo stato generale del bambino (riprende a giocare appena la febbre cala sotto Tachipirina oppure è particolarmente abbattuto) e quali sono i sintomi che si accompagnano alla febbre (tosse, catarro, respiro frequente, vomito diarrea, cefalea, dolori addominali, e altri sintomi eventualmente presenti). Se sono importanti (sono le bandierine rosse-red flag) è necessario visitare il bambino.
Vuoi approfondire questa tematica? Chiedi informazioni al Pediatra, dott. Paolo Perri