La sindrome del bambino scosso: un pericolo silenzioso

La sindrome del bambino scosso (SBS), conosciuta anche come trauma cranico abusivo, è una grave forma di lesione cerebrale inflitta ai neonati o ai bambini piccoli a seguito di scossoni violenti. Questo tipo di trauma, spesso non intenzionale, può avere conseguenze devastanti sulla salute e lo sviluppo del bambino, rendendola una delle principali cause di morte infantile legata ad abusi.

 Cosa causa la sindrome del bambino scosso?

La SBS si verifica quando un bambino viene scosso con forza, spesso in un momento di frustrazione da parte di un adulto che non riesce a calmare il pianto del piccolo. Il cervello di un neonato è particolarmente vulnerabile poiché non è ancora completamente sviluppato e il collo del bambino non è abbastanza forte per sostenere la testa, che tende a muoversi avanti e indietro con grande velocità durante lo scuotimento. Questa violenta oscillazione causa l’urto del cervello contro le pareti del cranio, provocando emorragie, danni ai tessuti e, in alcuni casi, danni irreversibili al cervello.

Gli episodi di sindrome del bambino scosso sono spesso collegati a momenti di esasperazione o stress dei genitori o di chi si prende cura del bambino, incapaci di gestire la situazione emotiva che deriva da un pianto continuo. Anche una breve scossa, della durata di pochi secondi, può provocare danni permanenti.

 Quali sono i sintomi?

I sintomi della SBS non sempre si manifestano immediatamente e possono variare in intensità a seconda del danno subito. I segnali più comuni includono:

– Irritabilità e difficoltà a essere calmati

– Letargia o sonnolenza eccessiva

– Vomito ripetuto

– Difficoltà a respirare

– Convulsioni

– Incapacità di succhiare o deglutire

In casi gravi, il bambino potrebbe perdere coscienza o manifestare danni più evidenti, come paralisi o coma. Gli effetti a lungo termine possono includere ritardi nello sviluppo motorio e cognitivo, cecità, perdita dell’udito e, nei casi più tragici, la morte.

 Come prevenire la sindrome del bambino scosso?

La prevenzione della sindrome del bambino scosso inizia con la consapevolezza e l’educazione. Spesso, gli adulti non sono consapevoli delle conseguenze devastanti di uno scuotimento, soprattutto quando il bambino piange per lunghi periodi e si raggiunge il punto di frustrazione.

Ecco alcune strategie utili per prevenire questa sindrome:

  • Imparare a gestire lo stress: prendersi una pausa quando si sente di non riuscire a calmare il bambino. Lasciarlo in un ambiente sicuro (come una culla) e allontanarsi per qualche minuto può evitare reazioni impulsive.
  • Chiedere aiuto: non esitare a chiedere supporto ad amici, familiari o professionisti se ci si sente sopraffatti. Anche una breve pausa può fare la differenza
  • Educare le persone intorno: chiunque si occupi del bambino, come babysitter o nonni, deve essere informato su quanto sia pericoloso scuotere un bambino.
  • Usare tecniche di calma: se il bambino piange incessantemente, provare a calmarlo con metodi dolci, come cullarlo delicatamente, passeggiare o cantare una ninna nanna. Se il pianto persiste, consultare un pediatra per escludere problemi di salute.

La sindrome del bambino scosso è una tragedia evitabile, ma richiede consapevolezza, pazienza e il riconoscimento dei propri limiti. Nonostante le difficoltà legate alla cura di un neonato, è fondamentale ricordare che lo scuotimento violento, anche se fatto per pochi secondi, può causare danni irreparabili. La chiave per proteggere i bambini da questa sindrome è educare gli adulti sui rischi e incoraggiare una cultura di pazienza e responsabilità nelle cure infantili.

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