La gravidanza extrauterina

A volte può succedere, all’inizio di una gravidanza, che il percorso dell’embrione verso l’utero non arrivi a buon fine e l’impianto avvenga in una sede diversa da quella naturale: parliamo dunque di gravidanza extra-uterina.

Gravidanza extrauterina: le cause

Ancora oggi non siamo sicuri delle cause alla base di una gravidanza extrauterina: tra quelle identificate possiamo citare le infezioni che colpiscono le tube di Falloppio, precedenti interventi chirurgici addominali come l’appendicite, malattie come l’endometriosi, la presenza di dispositivi intrauterini a scopo anticoncezionale come la spirale o lo IUD o l’assunzione di alcuni farmaci. Anche alterazione ormonali possono avere un ruolo perché modificano la capacità della tuba di spingere l’embrione e favoriscono l’annidamento in una sede diversa da quella naturale.

Gravidanza extrauterina: che sintomi si manifestano

I primi sintomi si manifestano in genere dopo la quinta settimana e assomigliano a quelli di una gravidanza normale. Dopo possono comparire perdite di sangue, spesso scambiate per mestruazioni anche se in realtà si tratta di perdite acquose di colore molto scuro. Aumentano i dolori all’addome, in alcuni casa alla spalla. Se i dolori diventano molto forti è importante recarsi d’urgenza al Pronto Soccorso perché può essersi verificata una rottura della tuba, e questo può rappresentare un rischio serio per la salute.

È fondamentale, per riconoscere una gravidanza extrauterina, fare ecografia e BETA HCG, che in caso di gravidanza normale crescono molto velocemente mentre aumentano molto lentamente nei casi di gravidanza extrauterina. Bisogna sempre ricordare, però, che una diagnosi precoce è sempre importante perché consente di tenere sotto controllo la situazione ed evitare di andare incontro a problemi seri, come la rottura della tuba.

Che conseguenze ha una gravidanza extrauterina?

Che conseguenze ha una gravidanza extrauterina?

Alcune delle gravidanze extrauterine si interrompono con un aborto spontaneo nel corso delle prime quattro settimane. Se ciò non si verifica o se la diagnosi viene fatta prima della quarta settimana si hanno tre possibilità:

  1. Si fanno controlli ravvicinati (ecografie, visite ed esami del sangue) e si attende che la situazione si risolva in maniera spontanea con l’aborto. Si può effettuare per questa scelta se non ci sono dolori o perdite di sangue e le ecografie evidenziano una camera gestazionale stabile e di piccole dimensioni.
  2. Si somministra un farmaco, il metotrexate, che blocca la crescita dell’embrione. Questo farmaco può essere utilizzato solo se la gravidanza è all’inizio, con un valori della BHCG non molto alti, La somministrazione e controindicata se la paziente ha patologie esempio problemi ai reni.
  3. Se non può assumere la terapia medica o se quest’ultima non ha avuto effetto è necessario intervenire chirurgicamente.

Le possibilità sono la rimozione della camera gestazionale con all’interno l’embrione se è possibile o come nei casi più gravi, si deve asportare tutta la tuba.

Sono tutte scelte non facili, ma se ben seguita, la donna può recuperare ben presto la salute. Cerchiamo di stare vicino a questa mamma e accompagnarla nella sua perdita con delicatezza: il corpo guarisce, purtroppo, molto prima del cuore.

Vuoi approfondire questa tematica? Chiedi informazioni alla Ginecologa Dottoressa Claudia Curzi.

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