Insegnare ai bambini ad utilizzare la voce in maniera corretta significa dare loro la possibilità di prendersi cura di uno strumento prezioso e insostituibile. Spesso li osserviamo mentre urlano con gli amichetti o i fratelli, magari parlano in maniera non corretta e in pochissimo tempo la loro voce diventa disfonica (più bassa e velata) o afona (caratterizzata da una grande fuga d’aria). Usare in maniera scorretta la voce per molto tempo significa rischiare di far comparire i “noduli” sulle corde vocali, dei piccoli “calli” che non consentono alle corde vocali stesse di accollarsi per tutta la loro lunghezza e dando origine a voci alterate. Ma perché succede?

Innanzitutto in età infantile i tessuti della regione laringea sono ancora immaturi e quindi sforzi vocali prolungati possono danneggiarli più facilmente, inoltre avendo una gabbia toracica più piccola e una minore amplificazione, aumentano l’intensità vocale per farsi sentire di più. Se poi non si lascia riposare un po’ la voce, ma si continua a parlare, le corde vocali che in una prima fase risultano solo infiammate, “rispondono” con la formazione di questi piccoli calli che nel tempo possono aumentare di dimensioni, con conseguente peggioramento della qualità vocale.

Il bambino all’inizio non li percepisce, o può avverte come un piccolo fastidio durante la deglutizione. La voce del bambino diventa più grave e velata, quindi bisogna fare attenzione e non sottovalutare questo fenomeno, altrimenti si rischia di imbattersi in un circolo vizioso: il bambino sente che la propria voce non è sonora come vorrebbe e allora contrae i muscoli del collo per migliorare la sonorità, ma questo non fa che produrre ulteriore infiammazione.

Cattive e buone abitudini

Se un bambino non si sente ascoltato, parlerà più forte per cercare di attirare l’attenzione. Lo stesso vale se c’è competizione con i fratelli per parlare. Tra le buone abitudini è importante porsi come buon modello vocale. Parlare senza fretta e senza gridare, sono sicuramente dei buoni esempi, ma sono importanti anche le corrette abitudini relazionali: non ci si chiama da una stanza all’altra, non si urla contro le persone, non si interrompe ma si aspetta il proprio turno. Quando parlate cercare di eliminare i rumori di sottofondo: no alla televisione sempre accesa.

Anche il canto deve essere praticato con estrema attenzione e il repertorio canoro deve essere adatto alle esigenze fisiologiche dell’età infantile: valutare bene il range tonale più adatto al bambino, prevedere il riscaldamento vocale e frequenti pause durante la lezione a causa della limitata resistenza alla fatica, calibrare i momenti in cui è necessario riprendere fiato, evitare di essere richiestivi (in senso performativo).

Cosa fare se la voce dei bambini si abbassa?

Innanzitutto bisognerebbe prevedere dei momenti di riposo vocale. Anche una buona umidificazione dell’ambiente è consigliabile per favorire una maggiore “idratazione delle corde vocali”. Tuttavia, il primo e più importante passo da fare è quello di rivolgersi all’esperto in materia, ovvero l’otorino con competenze foniatriche che fornirà il quadro della situazione e darà indicazioni circa il trattamento da svolgere, valutando l’ipotesi di inviare il piccolo paziente dal logopedista per una riabilitazione mirata. Da non dimenticare che lo stile di vita attuale dei bimbi, che trascorrono molto tempo in aule poco insonorizzate o facendo sport che li porta ad alzare molto la voce, sono criticità da tenere in considerazione anche con il professionista.

Vuoi approfondire questa tematica? Chiedi informazioni alla Logopedista Dottoressa Paola Vitali.