Inserimento al nido: come affrontarlo al meglio

Qual è l’età migliore in cui portare il bambino al nido? Quanto dura l’inserimento? E se mio figlio piange? Sono tanti i dubbi e le domande che sorgono ai genitori quando scelgono di mandare un bambino al nido. Ecco alcuni consigli per affrontare al meglio l’inserimento.

INSERIMENTO AL NIDO: COME VIENE FATTO

L’asilo nido è una palestra in cui il bambino si allena alla socialità, alla convivenza e alla condivisione interagendo con altri suoi pari e con le maestre, in una dimensione ancora inesplorata, lontano dai genitori e dall’ambiente domestico. Il nido rappresenta quindi il primo vero distacco tra il bambino e i genitori, per questo motivo l’ambientamento al nido diventa un aspetto delicato e da non sottovalutare. Nonostante possa variare da struttura a struttura, l’inserimento al nido in genere prevede:

  • Un primo contatto con l’ambiente e le maestre per poter parlare con le educatrici di eventuali dubbi, preoccupazioni, preferenze, abitudini e iniziare così una conoscenza reciproca. 
  • Primi giorni in compresenza. Solitamente ogni struttura prevede un paio di giorni in cui genitore e bimbo passano la mattinata in struttura insieme.
  • A poco a poco che il bambino acquisisce familiarità con l’ambiente e con le educatrici, la presenza del genitore sarà sempre più discreta fino a non essere più presente. 
  • L’ambientamento prosegue aumentando progressivamente il numero delle ore, si passerà da poche ore in assenza della mamma fino all’introduzione del pasto.

Dal momento che ogni bimbo vive e affronta l’inserimento in modo del tutto diverso, sarà compito delle educatrici valutare di volta in volta la singola situazione e adattare i tempi di inserimento di conseguenza. È inoltre importante nei primi giorni che il genitore resti reperibile e in prossimità della struttura qualora il bambino fosse turbato e rifiutasse la rassicurazione delle educatrici.

INSERIMENTO AL NIDO: A CHE ETÀ È MEGLIO FARLO?

La scelta di mandare il bambino al nido è solitamente un’esigenza che risponde ai bisogni dei genitori più che del bambino, nonostante si tratti di un’esperienza per lui positiva e di arricchimento. Quando mandare il bambino al nido dipende quindi in primis dalle esigenze del genitore. Esistono poi diverse scuole di pensiero su quale sia l’età migliore per mandare il bimbo al nido. Alcuni sostengono che il momento migliore sia tra i 6 e gli 8 mesi di vita, ovvero dopo lo svezzamento e prima della comparsa della “paura dell’estraneo”, che raggiunge il picco intorno ai 15 mesi. 

Altri consigliano invece di aspettare l’anno di vita, ovvero quando il piccolo ha acquisito quella che gli esperti chiamano la rappresentazione mentale dell’oggetto. Quando si rende conto, cioè, che la mamma continua a esistere anche se scompare dalla sua visuale.

INSERIMENTO AL NIDO: E SE IL BIMBO PIANGE?

Episodi di rifiuto e pianto verso l’asilo possono verificarsi non solo durante la fase di inserimento, ma anche in una fase successiva, quando tutto sembra andare per il meglio. Di seguito alcuni consigli per affrontare il rifiuto del bambino verso il nido:

  • Rassicurarlo e mantenere una connessione emotiva con lui;
  • Lasciar sfogare, far esprimere il disagio ed ascoltarlo;
  • Non sgridarlo;
  • Non ricorrere alla strategia della ricompensa.

 

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