Il linguaggio segreto dei bambini: i primi scarabocchi

Gli scarabocchi dei bambini sono portavoce del loro mondo interiore. È un modo meraviglioso e spontaneo che ha il bambino per comunicare con l’esterno e dare voce forma ai propri vissuti.

I PRIMI SCARABOCCHI

I primi scarabocchi non vengono classificati come “disegni intenzionali” in quanto non sono frutto né di condizionamenti esterni né sono rappresentativi della realtà. I primi scarabocchi non sono contenitori di significati ma di segni e forme, altrettanto importanti, che il bambino scopre divertendosi. Queste forme e segni sono, infatti, il risultato del rapporto tra corpo e mente, tra gli occhi, la mano e il sistema nervoso e permettono, inoltre, al bambino di acquisire l’alfabeto dei segni senza il quale non potrebbe raffigurare oggetti, persone e raccontare la realtà, le emozioni e gli stati d’animo.

LE 4 FASI DI SVILUPPO DELLO SCARABOCCHIO

Tantissimi autori si sono soffermati sull’importanza dell’interpretazione dei disegni infantili. Secondo la ricercatrice americana Rhoda Kellogg, tutti i bambini seguono uno schema espressivo identico che inizia con i “tracciati fondamentali”, prosegue con i “diagrammi” e le “combinazioni di diagrammi”, per poi passare agli “aggregati” e arrivare infine alle prime “immagini”. Questo schema espressivo è comune a tutti i bambini ma evolve seguendo i tempi della maturazione muscolare e neurologica di ognuno.

In base agli studi di Kellogg, lo scarabocchio di ogni bambino attraversa 4 stadi di sviluppo:

  • Stadio dei modelli (2 anni), caratterizzato dalla raffigurazione di tracciati come linee singole, multiple, a zig-zag, cerchi imperfetti, ecc. Il disegno è espressione dell’energia muscolare del bambino.
  • Stadio delle forme (2-3 anni), i primi segni vengono messi in relazione tra loro creando delle forme (ovali, triangoli, croci) e combinazioni di forme. In questa fase aumenta il controllo motorio e il controllo dello spazio sul foglio.
  • Stadio del disegno (3-4 anni), il bambino ha acquisito l’alfabeto dei segni e inizia ad abbozzare le prime figure, come una casa o un sole. Cresce la sua motivazione a disegnare.
  • Stadio pittorico (4-5 anni), il bambino comincia a disegnare figure umane, case, alberi non per come li vede ma per come li percepisce. Scopre che i disegni possono “prendere il posto di” e veicolare significati.

IL DISEGNO COME PONTE TRA INTERNO ED ESTERNO

Il bambino, che non sa né scrivere né padroneggiare ancora un buon linguaggio verbale, con il disegno scopre di poter comunicare, raccontare le proprie esperienze, i propri sentimenti, emozioni e stati d’animo. Il disegno rappresenta, quindi, un vero e proprio ponte tra il proprio mondo interno e il mondo esterno, qualcosa che permette di ordinare le proprie emozioni e le proprie conoscenze. Questa modalità espressiva è importante non solo perché consente al bambino di esternare i suoi sentimenti più profondi ma anche perché lo accompagna in un processo. Come spiega lo psicoanalista Winnicott, il bambino impara, attraverso il disegno, ad avere un progressivo controllo di sé, impara a prestare attenzione a ciò che lo circonda, a costruire una relazione con il mondo e a sviluppare una sensibilità crescente.
Osservare e interpretare i disegni dei bambini è molto importante in quanto permettono di aver accesso al loro mondo interiore e di capire cosa il bambino sta vivendo e provando, per questo molti psicologi e specialisti dell’infanzia li utilizzano per comunicare con loro.

 

 

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