Displasia evolutiva dell’anca: come intervenire?

L’anca è l’articolazione più importante del nostro corpo che permette alla gamba di camminare mantenendo la stabilità: a volte però possono esserci difetti congeniti rilevati alla nascita che portano ad una malformazione molto comune chiamata “displasia evolutiva dell’anca”. I problemi che possono presentarsi sono di gravità differente: dalla displasia alla vera e propria lussazione, che è più grave ma più rara. Questa malattia è chiamata evolutiva o congenita, perché il difetto è presente già alla nascita, ma può evolvere nel tempo; la gravità della malformazione può però essere contenuta grazie a delle terapie precoci a cui possiamo sottoporre nostro figlio su indicazione dello specialista. Appena nato, il bimbo viene sottoposto ad una serie di controlli e le manovre che il pediatra effettua, chiamate Ortolani e Barlow, servono a verificare la stabilità della testa del femore, per capire se esiste già una lussazione oppure se c’è un’instabilità. La diagnosi del pediatra può essere supportata dall’ecografia alle anche, per capire la reale situazione. L’ecografia, oltre ad essere fondamentale per la diagnosi, permette di stabilire la gravità della lussazione che viene classificata secondo i cosiddetti criteri di Graf in quattro stadi contraddistinti da numeri e lettere.  Fattori di rischio: rischiano di più le femmine dei maschi, chi ha dei familiari affetti e chi era in posizione anomala in utero (ad esempio i podalici). In conclusione non esiste una risposta univoca per consigliare o meno l’esecuzione a tappeto dell’ecografia delle anche a tutti i neonati, ma, nel particolare, il pediatra di fiducia che conosce il bambino e la famiglia potrà consigliare in modo specifico ogni volta la soluzione più adeguata al singolo caso.

Displasia evolutiva dell’anca: cosa fare?

Partiamo con i numeri: l’80% delle anche instabili o immature si risolvono in modo positivo senza trattamento. Un fattore di rischio importante è in primis il sesso (sono più a rischio le bambine) e i piccoli con familiarità, ma anche chi in utero aveva una posizione anomala. Le tecniche di riabilitazione sono diverse: variano in base alla gravità della situazione. Anche negli stadi avanzati,  un precoce intervento può essere risolutivo. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un cuscinetto divaricante , nelle situazioni più complicate (ma mai prima del secondo mese), lo specialista può far ricorrere ad un tutore: in commercio ne esistono tanti e diversi, come le mutandine rigide o semirigide di polietilene, oppure le salopette correttive o il divaricatore di Milgram. Esiste anche il tutore divaricatore Tubingen, che a differenza della maggior parte degli altri tipi mantiene costantemente un grado di flessione delle anche che favorisce la guarigione della displasia, grazie alla riduzione di tensione muscolare. È tollerato benissimo dai bambini, che lo portano senza problemi 23 ore al giorno.

Con una diagnosi precoce e il giusto intervento, entro l’anno di vita le problematiche legate alla displasia evolutiva dell’anca saranno perfettamente risolte!

Vuoi approfondire questa tematica? Chiedi informazioni al Pediatra, dott. Paolo Perri

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