Contrazioni: come riconoscere quelle del parto

Durante la gravidanza non è strano per la donna avere delle contrazioni. Queste però non sono tutte uguali, vediamo come riconoscere quelle preparatorie da quelle da travaglio attivo.

CONTRAZIONI: COSA SONO E COME SI PRESENTANO

Le contrazioni sono dei movimenti dei muscoli uterini che si verificano durante la gravidanza e il parto. L’utero è un organo che durante la gravidanza si modifica, grazie infatti al suo spesso strato muscolare (miometrio) riesce ad aumentare di volume nei nove mesi di gestazione e a contrarsi durante il parto. Riconoscere le prime può non essere semplice, generalmente si presentano come una tensione a livello del ventre che provoca l’indurimento dell’addome e durano qualche secondo.

I DIVERSI TIPI DI CONTRAZIONI

Le contrazioni non sono affatto tutte uguali. Cambiano, infatti, a seconda dell’epoca gestazione e della causa che le scatena.

Vengono così distinte:

  • Contrazioni preparatorie o di Braxton Hicks: possono presentarsi intorno al quarto mese e servono a preparare l’utero e l’organismo al parto. Sono caratterizzate da un indurimento addominale percepito come fastidioso, non doloroso e durano in media 30-60 secondi. Non hanno una cadenza regolare e spesso sono indotte da alcune azioni come uno sforzo, massaggiare il pancione, dopo un rapporto sessuale.
  • Contrazioni del periodo dilatativo: danno il via alla prima fase del travaglio in quanto responsabili delle modificazioni della cervice uterina. Si presentano come regolari (da una all’ora a una ogni tre-quattro minuti) e dalla durata sempre maggiore (fino a 60-70 secondi). Sono più dolorose delle Braxton Hicks, simili ai crampi mestruali e localizzate nel basso addome e nella zona pelvica, talvolta possono irradiarsi alla zona lombare della schiena.
  • Contrazioni del periodo espulsivo: sono simili alle precedenti, sempre più frequenti, dolorose e ravvicinate, incentivano la spinta addominale della gestante.
  • Contrazioni del post-partum e del puerperio: chiamate anche morsi uterini, si verificano nelle prime 24-48 ore dopo il parto e possono durare anche una settimana, sebbene con intensità minore. Queste contrazioni aiutano l’utero a recuperare il suo stato normale e a bloccare le emorragie. Si accentuano durante l’allattamento del neonato che, attraverso la suzione, stimola la produzione di ossitocina, un ormone che favorisce le contrazioni uterine.

 

CONTRAZIONI E TRAVAGLIO: QUANDO ANDARE IN OSPEDALE?

Le contrazioni del periodo dilatativo (fase prodromica) possono durare anche molte ore, per cui non è necessario alla prima contrazione correre subito in ospedale. È consigliato rimanere a casa, riposarsi, fare un bagno caldo.

Se le contrazioni diventano più dolorose, regolari, ravvicinate, si presentano ogni 3-4 minuti e hanno una durata di 60-70 secondi, è segno che la donna si trova nella fase di travaglio attivo, in questo caso è necessario recarsi in ospedale.

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