Il reflusso esofageo è un disturbo molto comune durante la gravidanza. Si stima che oltre la metà delle donne incinte ne soffra, soprattutto nel secondo e terzo trimestre. Sebbene non sia pericoloso per la salute del bambino, può risultare molto fastidioso e incidere sulla qualità della vita quotidiana della futura mamma.
Che cos’è il reflusso esofageo
Con il termine “reflusso gastroesofageo” si indica la risalita del contenuto acido dello stomaco verso l’esofago. Normalmente, una valvola chiamata sfintere esofageo inferiore impedisce che ciò accada, ma in gravidanza questa barriera può diventare meno efficace.
Il risultato è la comparsa di sintomi caratteristici, tra cui:
- bruciore retrosternale (pirosi), soprattutto dopo i pasti o in posizione sdraiata;
- rigurgito acido in bocca;
- sensazione di pesantezza o gonfiore addominale;
- in alcuni casi, nausea o tosse secca notturna.
Perché il reflusso è frequente in gravidanza
Le cause principali sono due:
- Ormonali – durante la gestazione i livelli di progesterone aumentano. Questo ormone, utile a rilassare la muscolatura dell’utero, rilassa però anche lo sfintere esofageo, favorendo la risalita dei succhi gastrici.
- Meccaniche – con l’avanzare della gravidanza, l’utero cresce e spinge lo stomaco verso l’alto, riducendo lo spazio disponibile e aumentando la pressione addominale. Questo facilita ulteriormente il reflusso.
Rimedi e buone abitudini quotidiane
Nella maggior parte dei casi il reflusso può essere gestito con semplici accorgimenti nello stile di vita e nell’alimentazione:
- Mangiare poco e spesso: suddividere i pasti in 5-6 momenti della giornata, evitando abbuffate.
- Limitare cibi irritanti: cioccolato, caffè, tè, menta, cibi fritti, piccanti o troppo grassi possono peggiorare i sintomi.
- Bere a piccoli sorsi: preferire acqua naturale, evitando bevande gassate o alcoliche.
- Non sdraiarsi subito dopo i pasti: attendere almeno due ore prima di coricarsi.
- Dormire con la testata del letto sollevata: aiuta a ridurre il reflusso notturno.
- Mantenere un abbigliamento comodo: cinture o pantaloni stretti aumentano la pressione addominale.
Trattamenti farmacologici
Quando le misure dietetico-comportamentali non bastano, il medico può valutare l’uso di farmaci. In gravidanza vengono prescritti solo prodotti sicuri, come gli antiacidi o, se necessario, alcuni farmaci che riducono la secrezione acida gastrica. È fondamentale non assumere medicinali di propria iniziativa, ma seguire sempre le indicazioni del ginecologo o del medico curante.
Quando consultare il medico
Il reflusso in gravidanza è generalmente benigno, ma è consigliabile rivolgersi a un professionista se i sintomi diventano molto intensi, frequenti o interferiscono con l’alimentazione. Una valutazione medica è importante anche per escludere altre condizioni con sintomi simili, come gastrite o ulcera.
Conclusioni
Il reflusso esofageo è un compagno di viaggio piuttosto comune in gravidanza, dovuto ai cambiamenti ormonali e fisici che caratterizzano questo periodo. Con qualche attenzione nella dieta e nello stile di vita, nella maggior parte dei casi è possibile ridurre notevolmente i fastidi. E quando non basta, esistono terapie sicure che il medico può prescrivere.
Prendersi cura del proprio benessere significa anche affrontare senza timore piccoli disturbi come questo, ricordando che si tratta di un fenomeno temporaneo, destinato a migliorare dopo il parto.









