Pazienza e attesa: doni bellissimi per i nostri figli

Educare i bambini all’attesa in un mondo in cui informazioni, comunicazioni e lavoro scorrono sempre più veloci: è davvero possibile? Il senso dell’attesa, l’importanza della pazienza, sono riportati in tanti scritti di Maria Montessori e nelle scuole Montessoriane si può vedere come gli angoli delle attività sono predisposti per far lavorare un bambino alla volta, mentre chi desidera fare quel dipinto o giocare con quella bambola, deve necessariamente imparare ad aspettare il suo turno. Se invece il bambino viene posto in un ambiente dove c’è già la sua postazione di pittura, ma gli si chiede di pazientare, difficilmente potrà farlo, perché l’ambiente non è adeguato a supportare questo esercizio di pazienza. Attendere prima di compiere un attività significa anche riflettere, prepararsi a svolgere quel lavoro nella maniera più soddisfacente.

I genitori temono di far aspettare il figlio

Eppure, a volte, siamo noi genitori che inneschiamo questa incapacità di sviluppare la pazienza, andando ad anticipare i desideri (perché aspettare Natale per un gioco?) e sentendoci inadeguati se il bimbo deve aspettare qualche attimo per vedere esauriti i propri desideri.  Dire invece: usciremo tra un po’, guarderai la tv dopo i compiti, aspetterai 14 anni per avere lo smartphone, non significa fare male il proprio lavoro di genitore, anzi, significa dare il giusto tempo e il giusto significato ad ogni cosa.

Allo stesso modo i genitori sono i modelli a cui i bimbi si ispirano e devono essere loro i primi a saper (quando serve) esercitare la pazienza…anche quando interagiscono con loro. È difficile impegnarsi a mantenere la calma: pensiamo a certe mattine quando siamo in ritardo per il lavoro e i bimbi sembrano impiegare un’eternità a inzuppare i loro biscotti nel latte. Eppure se decidessimo di dosare al meglio il tempo, potremmo svegliarli 15 minuti primi e permettere loro di fare colazione con la calma di cui hanno bisogno, smettendo di mostrarci impazienti.

Imparare la pazienza: le regole concrete

Non c’è niente di più indisponente di un altro adulto che ti interrompe in continuazione mentre parli, che non aspetta il suo turno in una chiacchierata di gruppo e che imperterrito deve concludere il suo pensiero nonostante le rimostranze. Quello è stato un bambino che non ha imparato ad attendere il suo turno per parlare! Insegniamo ai nostri figli a chiedere di parlare, aspettare che gli altri abbiano finito e poi diamogli tutta l’attenzione possibile. Scegliamo alcuni momenti della settimana per guardare la tv o giocare ai videogiochi e poi stiamo accanto a loro: capiranno che l’attesa vale la pena! Non compriamo giochi come non ci fosse un domani: rendiamo preziosi i doni, con la giusta attesa. Questi insegnamenti li renderanno adulti più consapevoli e pazienti.

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