Le prime parole del bambino sono sempre un momento emozionante nella vita di un genitore. Ma quando il bambino non parla? Spesso si tratta di un semplice ritardo. Vediamo quando è opportuno invece contattare uno specialista.
SVILUPPO DEL LINGUAGGIO: LE TAPPE
Quando si parla di comunicazione non bisogna pensare solamente al linguaggio verbale, questo infatti non è l’unica forma che il bambino ha di comunicare.
Verbale, non verbale, espressivo… il linguaggio del bambino subisce diverse tappe:
- La prima forma di comunicazione per un bambino è il pianto.
- A tre mesi circa, inizia a comunicare anche attraverso le espressioni, come il sorriso sociale.
- Tra i quattro e i sei mesi il bambino inizia a sillabare (lallazione);
- A 9-13 mesi inizia a pronunciare le prime parole, si può quindi parlare di linguaggio verbale.
- A 18 mesi si assiste al fenomeno dell’esplosione del vocabolario, il bambino incrementa velocemente il numero di parole di settimana in settimana.
- Tra i 24 e 36 mesi, aumenta la lunghezza delle frasi e migliora lo sviluppo grammaticale.
- Dai tre anni in poi, la struttura sintattica delle frasi si fa via via più complessa.
IL BAMBINO NON PARLA: QUANDO PREOCCUPARSI?
Quando si parla di sviluppo, da un lato è giusto definire ed affidarsi a delle tappe, dall’altro è importante ricordare che ogni bambino è diverso: esistono bambini più precoci, come bambini che iniziano a parlare più tardi ma recuperano poi velocemente il ritardo. Quando allora iniziare a preoccuparsi se il bambino non parla?
In linea generale, la diagnosi di un possibile disturbo del linguaggio non dovrebbe essere effettuata prima dei tre anni.
Se a tre anni il bambino non parla, o parla poco e male, è necessario intervenire in modo tempestivo e contattare uno specialista. È importante, però, sottolineare che un ritardo nel parlato non sempre è indice di un possibile disturbo del linguaggio.
IL BAMBINO NON PARLA: POSSIBILI CAUSE
Le cause di un ritardo nel parlare possono essere diverse, poiché il linguaggio è interconnesso con altre funzioni come lo sviluppo cognitivo, la percezione uditiva, la memoria, l’attenzione, la motricità di bocca e lingua.
Un ritardo nel parlare può essere dovuto a:
- diversi tempi di maturazione. Come sottolineato in precedenza vanno considerate le differenze individuali tra bambini. Solitamente il ritardo viene poi recuperato.
- Problemi di udito, malformazioni dell’apparato fonoarticolatorio.
- Scasa stimolazione.
Raramente il ritardo nel parlare corrisponde a un disturbo evolutivo del linguaggio. A volte però possono essere invece indicatori di condizioni come l’autismo e la dislessia.
IL BAMBINO NON PARLA: COME INTERVENIRE
Come aiutare un bambino che non parla? Attraverso alcuni accorgimenti:
- Aumentando gli scambi comunicativi e l’interazione diretta: parlare con lui, o a lui, descrivendo ciò che sta facendo, raccontando la giornata.
- Concedendogli del tempo: la comunicazione è uno scambio reciproco, vanno rispettati i tempi del bambino nel rispondere.
- Leggendo insieme: l’avvicinamento alla lettura fin dai primi mesi di vita favorisce lo sviluppo del sistema uditivo-percettivo, cognitivo e del linguaggio.
Evitare invece l’uso di Tv, computer o altri dispositivi elettronici dove non c’è interazione e un vero e proprio ambiente comunicativo. Evitare anche atteggiamenti come il far finta di non capire oppure chiedergli di ripetere “bene” o “meglio”, poiché ciò potrebbe aumentare la sua frustrazione o farlo sentire umiliato.