Criptorchidismo: cos’è e come si interviene?

A volte può succedere che al momento della nascita i maschietti vengano al mondo con uno o entrambi i testicoli non visibili. Mentre in un percorso di crescita normale questa parte del corpo, che si trova all’interno dell’addome e poco prima della nascita” scende” e si posiziona nella borsa scrotale, in circa il 4% dei casi alla nascita la sacca risulta vuota mentre il testicolo corrispondente si trova più in alto, all’inguine o all’interno dell’addome. Alcuni di questi testicoli “nascosti” discendono poi nello scroto spontaneamente, di solito entro il terzo mese di vita, mentre in altri casi è necessario un intervento chirurgico per posizionare il testicolo nella sua sede naturale. Questo problema ha un nome: criptorchidismo. La borsa scrotale ha la capacità di mantenere al suo interno una temperatura più bassa dell’addome, ottimale per il normale sviluppo del testicolo. Una temperatura più alta, quale appunto quella che si registra all’interno dell’addome, può provocare delle alterazioni, che diventano via via più importanti con il passare del tempo.

Trattamento del criptorchidismo

Mentre prima si discuteva di quale fosse il trattamento migliore per sistemare questo problema, adesso sembra essere arrivati ad una quadra del cerchio, almeno nei paesi del Nord Europa. In Italia non c’è ancora un’unità di intenti, ma da uno studio fatto negli ultimi anni è possibile portare qualche numero. Nel corso di questo studio si è visto che nel 16% dei bambini il problema si rivolveva in autonomia, senza la necessità di un trattamento. Un altro 20% è guarito grazie ad un trattamento a base di ormoni. Nel 60% circa invece è stato necessario l’intervento chirurgico che ha sempre risolto il problema. In alcuni bambini, al momento della rilevazione, il problema persisteva ancora.

Quando effettuare l’intervento per il criptorchidismo?

L’età media in cui viene effettuato l’intervento chirurgico è di quasi due anni, ben più tardi di quanto consigliato dalle più recenti linee guida, secondo le quali l’età ideale per risolvere chirurgicamente questo problema è tra i sei e i dodici mesi di vita. Fondamentale comunque è che l’intervento venga realizzato presso un centro di chirurgia pediatrica e non presso una divisione di chirurgia per adulti.

Quali errori si fanno ancora

In Italia, come accertato anche dallo studio che abbiamo citato prima, molti bambini ricevono anche un trattamento ormonale che non solo spesso è inutile ma può risultare anche dannoso per la produzione di spermatozoi in età adulta. Le indicazioni più recenti ci dicono che il momento migliore per riposizionare i testicoli è tra i 6 e i 12 mesi, mentre prima c’è la possibilità che tornino in sede da soli. Un’attesa eccessiva può provocare maggiori rischi di riduzione del numero di spermatozoi prodotti dal testicolo e un aumentato rischio di insorgenza di un carcinoma del testicolo interessato.

 

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